Un esempio concreto di ricerca/azione

L’obiettivo generale consiste nel consolidare e diffondere una concreta pratica didattica finalizzata a sviluppare un approccio critico rispetto all'uso del linguaggio nei libri di testo e sui possibili stereotipi discriminatori che ne possano derivare.

In questo senso, sarà riconsiderata l'esperienza maturata i e risultati raggiunti nell'ambito del progetto PO.LI.TE. (Pari Opportunità nei Libri di Testo), coordinato dal Dipartimento per le pari opportunità nel contesto del IV Programma d'azione comunitaria per le pari opportunità fra le donne e gli uomini 1996-2000.

Come obiettivi specifici si perseguono in particolare i seguenti:

-          far emergere i pregiudizi e gli stereotipi introiettati dagli stessi insegnanti.

-          Promuovere una cultura di genere e delle pari opportunità all’interno del corpo docente;

-          Promuovere il superamento degli stereotipi di genere fornendo agli/alle insegnanti e agli educatori/alle educatrici strumenti critici di analisi che permettano loro di progettare autonomamente percorsi didattici volti a superare i modelli normativi di maschilità e femminilità;

-          Ideare e diffondere materiali didattici e formativi rivolti sia ai/alle docenti che ai bambini/alle bambine per promuovere buone prassi educative, sia in termini metodologici che di contenuto, in merito al genere e alle differenze;

-          Promuovere nuove modalità didattiche attraverso l’ideazione di percorsi curriculari innovativi, sia nei contenuti che nelle metodologie, che siano in grado di introdurre la prospettiva di genere in maniera trasversale ad ogni attività proposta.

-          Promuovere la diffusione dell’approccio critico agli stereotipi attraverso strumenti divulgativi semplici ed immediati, in grado di suscitare interesse e curiosità soprattutto da parte di un pubblico non già motivato sulle tematiche di genere.

-          ricostruire l'immaginario di genere presente nella classe: si tratta di far emergere le idee, le convinzioni, gli stereotipi sul maschile e sul femminile già interiorizzati dai bambini e dalle bambine.

 

Il progetto COSA FAREMO DA GRANDI? Progetto Pari Opportunità di genere si è articolato in una prima fase di formazione delle insegnanti, cui è seguita un’approfondita e partecipata sperimentazione in classe con attività laboratoriale e produzione di materiale da parte degli alunni e delle alunne. Su queste attività si innesta una terza ed ultima fase di analisi, modellizzazione, validazione e disseminazione del progetto, in modo da rendere disponibile una buona ed efficace prassi in tutti i contesti scolastici coinvolti dalle tematiche in oggetto.

1: Fase di formazione laboratoriale con le insegnanti

Il percorso formativo per le insegnanti è stato condotto dalla prof.ssa Irene Biemmi. Il corso Educare liberi da stereotipi. Proposte per promuovere la parità di genere, fin dall’infanzia si è strutturato in quattro giornate di formazione di tre ore l’una. Il corso ha costituito un’occasione di formazione e di sensibilizzazione utile ad approfondire i temi relativi alla costruzione dell’identità di genere femminile e maschile. Nei vari incontri sono state analizzate e decodificate alcune pratiche sessiste che ancora oggi vengono reiterate in maniera acritica da varie agenzie di formazione e socializzazione: la famiglia, la scuola, i mass media. Partendo dalla lettura condivisa di albi illustrati e libri per l’infanzia, accompagnata da attività didattiche, ludiche e laboratoriali, il ciclo di incontri si è snodato su quattro percorsi tematici che hanno messo a fuoco alcuni importanti cambiamenti in atto nella vita femminile, in quella maschile e nelle relazioni tra i generi (sia in ambito familiare che nel più ampio contesto sociale e lavorativo). Bambine e bambine si interfacciano con personaggi fuori dagli schemi dettati dalla tradizione, ma forse proprio per questo più aderenti alla realtà e più autentici.

2. Fase di sperimentazione autonoma a scuola

Le insegnanti hanno quindi avuto il compito di realizzare una sperimentazione didattica sul campo. Le insegnanti, organizzate in gruppi di lavoro, hanno costruito un percorso didattico finalizzato all’acquisizione da parte degli/delle alunni/e di strumenti critici per imparare a decodificare il proprio immaginario di riferimento. In una prima fase ai/alle bambini/e è stato affidato il compito di colorare una sagoma umana e di scrivere cosa vorranno fare da grandi. In questa fase le insegnanti non hanno dato informazioni strettamente legate al genere così da lasciare gli alunni liberi di esprimersi. In seguito, una volta raccolti e classificati i disegni, le insegnanti hanno letto in classe e commentato con gli alunni il libro “Cosa faremo da grandi?”, pubblicato da UNICEF Italia. Le insegnanti hanno poi incrementato il lavoro con attività personalizzate e dedicate alle varie fasce di età coinvolte in modo da agevolare la comprensione della tematica da parte degli alunni. A questo punto è stato riassegnato il medesimo compito iniziale, ma con la libertà di modificare la propria scelta iniziale. I bambini hanno colorato la sagoma in A3 e scritto cosa vorranno fare da grandi. I fogli avevano lo sfondo colorato, e la sagoma poteva essere decorata con qualsiasi materiale (cera, tempera, stoffa, materiale di riciclo…). Le insegnanti hanno poi documentato fotograficamente il materiale prodotto e lo hanno raccolto rilegandolo in quadernoni per ciascuna classe. Il gruppo di coordinamento trasversale ha infine collezionato i risultati iniziali e finali, proponendo una prima interessante analisi fra gli scostamenti nelle scelte professionali e finali. Un primo importante risultato è infatti che l’immaginario di bambini e bambine risulta già fortemente condizionato, ma che non mancano numerosi ed interessanti spunti critici nei confronti degli stereotipi. Un breve e isolato intervento didattico riesce comunque a conseguire importanti e promettenti risultati degni di approfondimenti e consolidamento.

3. Fase di analisi, validazione, modellizzazione e disseminazione

Attraverso la fase di sperimentazione in aula le insegnanti hanno dimostrato le enormi potenzialità di uno strumento didattico appositamente calibrato sulle tematiche in oggetto. L’apparente semplicità delle attività laboratoriali realizzate è in realtà il frutto di un’efficace interazione fra un approccio scientifico e metodologico specialistico con l’esperienza pratica del corpo insegnante che ha saputo trasferire quanto appreso in un’attività didattica perfettamente calzata sulla fascia d’età di riferimento. I risultati e il materiale prodotto costituiscono in tal senso la manifestazione conclusiva di un lungo percorso di assimilazione, interpretazione ed elaborazione che aspetta ora la giusta occasione per una sua sistematizzazione e disseminazione. Questa fase finale viene articolata in tre segmenti cronologicamente intrecciati:

1-      Analisi qualitativa e quantitativa del percorso svolto. Grazie a questa attività, e col supporto di professionalità accademiche e scientifiche, vengono approfonditi e sistematizzati i risultati raggiunti, senza rinunciare ad un approccio critico in grado di rilevare errori e margini di miglioramento. Vengono anche svolte interviste qualitative nei confronti delle insegnanti, e si approntano alcune video interviste con funzione di storytelling, così come una completa raccolta fotografica dei materiali prodotti. Il lavoro di condivisione interno è finalizzato ad un’analisi complessiva dei punti di forza e debolezza della sperimentazione e ad un lavoro di validazione degli elementi metodologici e contenutistici realizzati nel corso del progetto.

2-      Validazione e formalizzazione della metodologia didattica. Sulla base delle risultanze dell’attività sopra descritta le insegnanti, sotto una supervisione scientifica e metodologica, collaborano nella stesura di una microprogettazione condivisa del percorso didattico per una sua agevole replicabilità. Il prodotto finale viene nuovamente testato su gruppi target non precedentemente coinvolti nella sperimentazione. Il prodotto finale è costituito da una guida metodologica, corredata da fac-simile e da immagini esemplificative. Nella guida sono affrontati anche gli aspetti legati alla misurazione e valutazione dell’efficacia e dell’impatto delle attività didattiche, sia nell’immediato che nel medio periodo. La fase di condivisione interna risponde anche all’obbiettivo trasversale di rafforzare il ruolo delle insegnanti rispetto al valore del progetto stesso, con l’intento di renderle ambasciatrici nell’attività di diffusione all’esterno.

3-      Utilizzazione e disseminazione. La guida metodologia, così come la documentazione audio-visiva descritte ai punti precedenti, trovano un confezionamento finale volto ad agevolare la diffusione della metodologia didattica.